L’industria è pronta per l’avvento dell’Intelligenza Artificiale?
L’Intelligenza Artificiale è la buzzword del momento.
Che è come dire che il termine “Intelligenza Artificiale” sta diventando comune, ma in realtà solo pochi esperti sanno di preciso di che cosa si tratti.
Diciamoci la verità, è facile parlare di “Intelligenza Artificiale” ricordando film storici come Terminator, Io-Robot o AI…
Ma questo è solo l’immaginario a cui è legato l’essere umano, che è molto diverso dalla realtà.
Siamo cresciuti con Terminator, cioè un tipo di intelligenza che diventa talmente tanto intelligente da chiedersi perché deve rispettare gli ordini.
Un panorama cinematografico fantascientifico dove ad un certo punto questa “intelligenza robotica” stermina l’umanità.
Ma siamo molto lontani da questa possibilità, sia per per la tecnologia, sia per il livello di know-how che abbiamo al momento.
E anche se siamo molto distanti da quell’immaginario fantascientifico, l’Intelligenza Artificiale è comunque un ‘fenomeno’ che si sta infiltrando piano piano nella nostra realtà.
E qual è il primo settore a sentire gli effetti del suo arrivo?
L’Industria, nel bene e nel male.
Harvard Business Review ha dichiarato in un suo recente articolo che:
“Le aziende hanno ottenuto un gran valore dall’AI, alcuni hanno aumentato i propri profitti e ridotto i costi di molto rispetto alla concorrenza”.
Quindi, ad oggi l’Intelligenza Artificiale ha portato grandi benefici al mondo dell’industria.
Ma di fatto, l’Intelligenza Artificiale… che cos’è?
La definizione che si dà di Intelligenza Artificiale è quella di “sistemi che abilitano le macchine a svolgere compiti tipici della mente umana tramite un algoritmo”.
Ma sarebbe troppo azzardato affermare che è un sistema che permette alla macchina di ‘ragionare’ come un essere umano.
È meglio dire che permette alla macchina di migliorare in autonomia il proprio modo di lavorare.
È come inserire i risultati di un calcolo specifico, per esempio la somma, e seguendo un algoritmo la macchina impara come arrivare a quei risultati.
In questo caso si insegna alla macchina qual è il problema e la macchina – sulla base di tanti dati – impara da sola come risolverlo.
Se immagini di avere dati/numeri che rappresentano delle somme, a furia di inserirli nella macchina, prima o poi la macchina stessa imparerà da sola a fare le somme.
L’algoritmo che inserisco nella macchina riconosce la ricorsività di un calcolo come l’addizione, e a furia di caricare dati, alla fine lo impara.
La differenza fra l’Intelligenza Artificiale e una semplice calcolatrice, è che la prima impara a fare le somme senza che l’essere umano glielo insegni.
La macchina, di fatto, impara da sola a risolvere il problema.
Questo significa che la macchina lavorerà in autonomia senza l’intervento umano?
Alt. Non andiamo così di fretta.
La macchina non sarà mai totalmente in grado di lavorare da sola, perché ci sarà sempre bisogno dell’intervento umano per dare delle indicazioni.
Con l’intelligenza artificiale riusciamo a insegnargli il 90-95% dell’attività che fa un essere umano.
In parole povere, non è possibile replicare tutta la nostra intelligenza sulla macchina.
Pertanto sarebbe più corretto forse parlare di intelligenza ‘aumentata’, invece di intelligenza artificiale.
Quello che si sfrutta è la capacità di elaborazione della macchina di grosse quantità di informazioni per raggiungere quel 90%.
Cosa sta facendo l’industria in Italia per prepararsi all’arrivo dell’IA?
L’industria non è ancora perfettamente pronta per due motivi:
- l’hardware non è a livello in cui ci si aspetta per delle soluzioni industriali,
- I software non sono ancora stabili.
Di fatto, l’Intelligenza Artificiale è ancora “chiusa” nel cuore scientifico dei centri di ricerca.
Il compito degli sviluppatori di software di Intelligenza Artificiale dovrebbe essere quello di portarla fuori dai centri di ricerca per farla entrare nel settore industriale.
Ma c’è un problema al riguardo.
Nel settore industriale non si andrebbe a cercare soluzioni in ambito di università di centri di ricerca, a meno che non siano affidabili al 100% e, soprattutto, consolidate.
Significa fornire un software stabile partendo da una tecnologia che è ancora immatura, cioè un livello in più rispetto a quello che c’è al momento sul mercato.
Noi di Bluetensor riempiamo questo gap che si trova tra l’università e il mondo industria nell’ambito dell’intelligenza artificiale.
Affianchiamo ed aiutiamo le aziende a produrre di più attraverso sistemi che permettono di ottimizzare la produzione e ridurne i costi, e anche a vendere di più attraverso l’introduzione di algoritmi di artificial intelligence – tecnicamente detti Machine Learning e Deep Learning.
Abbiamo l’ambizione di essere tra i protagonisti che portano le intelligenze artificiali nelle aziende, essendo stati dei pionieri in questo ambito.
Abbiamo risolto alcuni problemi che sembravano irrisolvibili per fare un esempio.
All’interno di un reparto c’era un problema che sembrava impossibile da risolvere a livello di competenze del reparto, mentre semplicemente usando i nostri algoritmi e usando il nostro know-how, con l’intelligenza artificiale si è trattato di un nostro lavoro fatto e finito, comunque con la soddisfazione del cliente finale.
Ma come tutti gli strumenti, possono essere utilizzati per fare del bene o per fare del meno bene.
È chiaro che l’obiettivo dell’Industria è quello di produrre di più, produrre meglio e aumentare i profitti – il tutto aumentando la qualità di vita dei lavoratori.
Se sei entrato in alcune aziende, ti sarai reso conto di quanto logoranti siano determinati lavori.
Per cui secondo noi tanti lavori possono essere egregiamente sostituiti da delle macchine intelligenti per delegare gli operai e gli operatori a fare attività di più valore.
Al momento abbiamo molte aziende che secondo noi non stanno dando il giusto peso alla cosa.
Fortunatamente invece ci sono aziende che hanno capito l’importanza di questo tipo di tecnologia che avrà un impatto notevole sull’operatività delle aziende e sui risultati delle aziende, per cui si stanno attrezzando per studiare, per creare delle aziende più grandi, per creare dei centri interni di artificial intelligence.
Mentre ci sono altre aziende che stanno cercando queste competenze sul mercato, quindi cercano di sviluppare delle soluzioni affidandosi a società esterne come la nostra, ad esempio.
In ogni caso c’è un gran fermento su questo argomento, tant’è che moltissime società di sviluppo software che fino a un anno fa facevano tutt’altro, adesso hanno aggiunto tra i propri servizi anche AI, deep learning, machine learning…
Anche questo è un indicatore del fatto che la richiesta inizia ad essere sempre più importante tra le aziende.
Le aziende possono effettivamente beneficiarne o è solo una buzzword?
Le aziende ovviamente possono beneficiarne, ma c’è da fare una precisazione.
L’AI non è un elisir che risolve tutti i problemi, però sicuramente andando a identificare alcune aree si possono introdurre queste tecnologie che possono portare dei miglioramenti concreti.
Quello che facciamo di solito è andare ad identificare quali sono i punti critici all’interno dell’azienda, dove si possono applicare dei sistemi di intelligenza artificiale e si studia poi la fattibilità.
Quindi alla fine poi si tratta di fare una valutazione costi-benefici.
Abbiamo fatto un lavoro sulla computer vision in cui c’era richiesta la anomaly detection, quindi analizzare le immagini scattate a un prodotto finito e siamo arrivati ad identificare le anomalie che già in reparto venivano riconosciute, ma siamo arrivati anche a trovare anomalie che l’esperienza del reparto non riusciva ancora ad identificare perché magari troppo piccole o troppo sfocate.
Utilizzando l’intelligenza artificiale che dopo un’acquisizione la preparazione di un dataset su cui è stato trainato il modello è riuscita ad arrivare ancora di più nel dettaglio di quello che riuscivano loro con la loro esperienza.
Abbiamo sia risolto un problema, ma siamo andati anche leggermente oltre.
Loro volevano che fossero trovate le anomalie, che loro conoscevano fino a quel momento.
Con l’integrazione dell’intelligenza artificiale come operatore virtuale al loro lavoro, abbiamo trovato anche anomalie che loro non conoscevano, con delle forme e con dei colori che magari erano state sottovalutate, che non erano state prese in carico ai tempi.
Mentre ora con l’intelligenza artificiale hanno un’affidabilità del 95-98% sulle immagini che vengono analizzate e le anomalie che vengono trovate.
Ora non hanno più questo problema del trovare le anomalie, perché l’intelligenza artificiale le trova al posto degli esseri umani.
Il concetto è che in tutti gli ambiti dove ci sono delle grosse quantità di dati, anche eterogenei, i sistemi di intelligenza artificiale mi permettono di dare delle indicazioni, di trovare delle correlazioni e quindi di prevedere delle situazioni future.
Paradossalmente io riesco a pubblicare gli stessi principi alla manutenzione, quindi ad analizzare dati di produzione come anche alle vendite ad esempio.
In pratica, dato in input un grosso volume di dati relativi allo storico delle vendite, riesco a creare dei modelli predittivi per dare degli indicatori anche alla forza vendita, su come meglio muoversi con i con i clienti.
Dove puoi trovarci?
Al momento abbiamo la sede principale a Trento, lavoriamo principalmente dai nostre uffici.
Chiediamo ai nostri sviluppatori di rimanere un periodo iniziale in ufficio perché è importante per la creazione del team.
E poi abbiamo una serie di collaboratori in smart-working in giro per l’Italia e qualche collaborazione anche all’estero.
Il nostro sito è www.bluetensor.ai
Per un altro sito si possono vedere una serie di informazioni su chi siamo cosa facciamo e come possiamo essere di valore per le aziende.
Diamo la possibilità di prenotare una consulenza gratuita con uno dei nostri esperti per valutare come potrebbe essere sviluppato un progetto di artificial intelligence all’interno della propria azienda, dando proprio uno studio di fattibilità, quindi concretamente l’indicazione di quale potrebbe essere il vantaggio per il caso specifico dell’azienda.