L’Intelligenza Artificiale sosterrà i medici nei prossimi 5 anni
Come può l’Intelligenza Artificiale aiutare i medici del futuro?
Partiamo da qualche dato di presupposto…
Questi aumenti sono sì positivi a livello umano, ma nascondono un lato oscuro.
Se la popolazione anziana aumenta, di conseguenza aumentano anche le persone più fragili a livello sanitario…
E con esse salirà anche la richiesta di un servizio medico-sanitario sempre più attento e specifico…
Mentre, dall’altra parte, sta calando inesorabilmente il numero di professionisti sanitari…
Infatti, un numero pari a 21.000 medici professionisti deciderà di emigrare entro il 2025, o non avranno modo di ottenere una specializzazione…
E il risultato a breve sarà solo uno…
I professionisti sanitari non potranno più sopperire pienamente alle necessità dei pazienti.
Quindi, in mancanza di un servizio sanitario decente e di risorse, quale sarebbe la soluzione?
L’Intelligenza Artificiale sarà la soluzione.
E in questo articolo parleremo delle soluzioni di Intelligenza Artificiale che si stanno facendo strada – dei pro e delle loro controversie.
1. Intelligenza Artificiale nei wearable
Negli ultimi anni gli smartband e gli smartwatch hanno reso accettabile l’acquisizione dei dati parametrici e biometrici del nostro corpo.
Gli smartwatch sono di fatto dei computer che sostituiscono un oggetto di uso comune come l’orologio, perciò la raccolta dei dati è molto meno invasiva…
Ma tutt’ora l’evoluzione di questi smartwatch si sta spostando verso l’elaborazione dei dati stessi, ed è proprio qui che entra in gioco l’Intelligenza Artificiale.
Avere uno smartwatch con un’Intelligenza Artificiale significa avere:
- Una raccolta e un’elaborazione in tempo reale dei propri dati parametrici (battito cardiaco, comportamenti anomali, stato di movimento ecc);
- Dei feedback in tempo reale, come dei suggerimenti per migliorare il proprio stato di salute, magari con un’interfaccia comoda e intuibile.
Questo tipo di tecnologie può portare dei benefici immediati perché sarebbe come avere un medico direttamente al polso che ti tiene in costante monitoraggio e ti da consigli continuamente.
Non è una cosa da poco, soprattutto per chi soffre di malattie croniche che devono essere monitorate costantemente.
Questa è indubbiamente un’evoluzione positiva…
Ma alla fine la domanda che tutti si pongono è:
“Come la mettiamo con la privacy dei dati medici?”
Per rispondere a questa domanda, innanzitutto va fatta una distinzione fondamentale.
Nel mercato tecnologico esistono due tipi di wearable:
- Ad uso quotidiano;
- Ad uso medico.
I wearable che conosciamo tutti come l’Apple Watch sono dispositivi ad uso quotidiano, anche se rilevano i parametri vitali come il battito cardiaco.
Questi dispositivi servono più che altro per fare prevenzione e per tenere sotto controllo il nostro stile di vita.
Sono strumenti che ci spingono a fare più movimento, a tenere monitorato il nostro allenamento, il numero dei passi che facciamo in una giornata, il livello di stress e così via…
Dall’altra parte i wearable medici – uno fra tanti è l’Holter cardiaco – sono progettati per essere utilizzati da persone che hanno delle patologie specifiche o più patologie in concomitanza.
Quindi, sono strumenti ben diversi dai wearable come il famoso Apple Watch…
Ma l’Intelligenza Artificiale può dare esattamente lo stesso contributo.
Tramite questi wearable si raccolgono quantità enormi di dati che possono essere analizzati solo se ci fossero tanti medici che, come abbiamo detto, sono sempre di meno nel mondo…
Pertanto l’Intelligenza Artificiale può analizzare in automatico i dati raccolti in sostegno ai medici che poi devono fare delle scelte nei confronti del paziente.
Intrinsecamente a questo c’è la questione della privacy, che è un problema presente ovunque e in qualsiasi ambito…
Ma a maggior ragione si presenta questo problema quando si parla di parametri medici estremamente sensibili.
Il primo problema da risolvere strategicamente in questo caso sta nello stabilire l’appartenenza di questi dati medici.
Noi siamo per promuovere dei sistemi pazientocentrici, ovvero dove i dati sono di proprietà del paziente.
In questo modo è il paziente responsabile e titolare dei propri dati, e ce può decidere se consegnarli al servizio sanitario nazionale o ad un’altra piattaforma.
Dopodiché bisogna trovare il luogo più adatto dove “parcheggiare” i dati, cioè dei database crittografati con alti livelli di sicurezza.
In buona sostanza, per risolvere il problema della privacy è sufficiente riuscire a stabilire la proprietà dei dati e dove vengono inseriti.
2. Diagnosi automatiche
C’era una volta un medico che chiedeva “dica trentatrè” e utilizzava degli strumenti diagnostici che adesso definiremmo “rudimentali”.
Nel 2021 la situazione è drasticamente cambiata…
Se una volta il medico auscultava il cuore attraverso lo stetoscopio, oggi lo può anche guardare attraverso l’ecografo, per poi fare una diagnosi.
Ecco, questa esperienza del medico (così come quella di tanti altri medici), che osserva una lastra e poi dà una diagnosi la possiamo insegnare all’Intelligenza Artificiale.
L’Intelligenza Artificiale può imparare a leggere una lastra radiografica e dare una diagnosi potenziale.
Va specificato però che tendenzialmente l’Intelligenza Artificiale “ristretta” impara solo un tipo di specializzazione…
Quindi, per analizzare o diagnosticare altre patologie servirebbero altre Intelligenze Artificiali che eventualmente lavorano in sequenza o in parallelo per avere una posizione più ampia…
Ma la diagnosi potrebbe solo migliorare.
Il vantaggio?
Possiamo avere i migliori medici al mondo che addestrano un algoritmo di Intelligenza Artificiale che poi può essere reso disponibile a tutto il mondo, anche in posti meno favorevoli.
Questo è il dato davvero interessante per il mondo.
Chi sarebbero i primi a trarne beneficio?
Gli ospedali di periferia dove le problematiche sono sempre le stesse e i casi eccezionali sono difficili da trattare…
E gli ospedali più disagiati – non per forza del terzo mondo – dove mancano le risorse.
Con un sistema addestrato su migliaia di casistiche analizzate dai migliori medici in tutto il mondo, la probabilità di fare una diagnosi corretta aumenta sensibilmente.
Questo significa che i macchinari sostituiranno davvero i medici?
Fortunatamente il codice deontologico prevede la presenza fisica del medico quando deve curare un paziente.
Ma non è per forza una questione di codice deontologico, anzi…
La presenza di un operatore umano che ti prende per mano e ti accompagna nel tuo percorso di cura è fondamentale (e ci auguriamo che sia così in futuro).
L’operatore umano ha la possibilità di utilizzare una tecnologia come l’Intelligenza Artificiale per migliorare le sue capacità, performare meglio e dare delle diagnosi migliori.
Perciò bisogna fare in modo che queste tecnologie diano un contributo concreto al lavoro dei medici, e di conseguenza migliorino la qualità delle cure.
Mettersi nell’ottica che un’Intelligenza Artificiale ruberà il lavoro ai medici non aiuta MAI.
Ormai lo possiamo dire: no, l’Intelligenza Artificiale non sostituirà i medici…
Ma è ancora molto presto perché un sistema automatizzato la vedo ancora un po’ presto, sia a livello tecnologico, sia a livello di mentalità…
L’Intelligenza Artificiale può effettivamente portare un importante beneficio al sistema sanitario nazionale, fatto di persone che hanno bisogno di un aiuto in questo momento.
E tu?
Sei fra queste persone e stai pensando di implementare una soluzione di Intelligenza Artificiale?
Puoi chiedere una sessione telefonica con un membro del nostro team cliccando qui.
Non ti preoccupare, sarà una telefonata molto tranquilla in cui un membro del nostro team risponderà alle tue domande e chiarirà i tuoi dubbi.
Nel caso dovessimo capire che, valutata la tua situazione, non possiamo esserti d’aiuto in alcun modo, ti verrà esplicitamente consigliato di non iniziare alcun percorso con noi.
A presto!