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L’Intelligenza Artificiale è diventata cosciente?


L’Intelligenza Artificiale è diventata cosciente?

Questa domanda in realtà si fa dall’alba dei tempi, da quando è stato teorizzato il concetto di “macchina intelligente”…

Ma questo argomento è salito agli onori della cronaca internazionale di recente…

Perché il Chief Scientist di OpenAI, Ilya Sutskever, ha scritto un brevissimo tweet dicendo:

«Le grandi reti neurali dei nostri giorni potrebbero essere leggermente coscienti».

Putiferio su Twitter che è arrivato fin qui in Italia.

Ora, se ci segui da un po’, saprai che a noi piace entrare in questi polveroni e mettere ordine, cosa che faremo in questo articolo.

È partito tutto con un banale Tweet…

Come detto prima, il Tweet di Sutskever ha fatto molto scalpore.

E secondo noi non poteva essere diversamente.

Sutsketer è uno degli scienziati che più ha contribuito all’evoluzione del deep learning a livello mondiale.

C’è da dire che però il suo tweet è controverso, non solo per aver suggerito che l’Intelligenza Artificiale sia cosciente, ma mi spiego meglio.

Dire «leggermente cosciente» non vuol dire assolutamente nulla, anzi.

Insomma, che cosa significa che un’Intelligenza Artificiale è «leggermente cosciente»?

Vuol dire che ha coscienza di se stessa e sa prendere decisioni?

Sembra quella forma di linguaggio vago tipico di alcuni ambienti del marketing, che però per un tecnico o un ingegnere non ha senso.

Secondo noi, come già detto, quel «leggermente cosciente» non vuol dire proprio un bel niente.

E già questo sarebbe sufficiente per chiudere qui il discorso…

Ma per noi vale la pena ripercorrere cosa ha rappresentato OpenAI negli ultimi tempi per capire come mai siamo arrivati a questo punto.

Dietro l’Intelligenza Artificiale cosciente c’è Elon Musk

OpenAI è stata fondata nel 2015 da Elon Musk, con l’obiettivo di fare ricerca sull’Intelligenza Artificiale e creare sistemi di “friendly AI”.

Paradossalmente OpenAI ha iniziato a farsi conoscere solo nel 2020, dopo l’uscita del «pericoloso creatore di fake news», il GPT-3, quando Musk aveva ormai ne aveva lasciato la guida da anni.

Eppure il rapporto di Musk con le Intelligenze Artificiale “pericolose” non è finito, anzi.

Pochi mesi fa Musk stesso ha mostrato il progetto dei TeslaBot, i robot umanoidi che potrebbero avere un ruolo importante nel gettare le basi dell’Intelligenza Artificiale Generale.

Insomma, prima era spaventato dal GPT-3, ma adesso non sembra farsi troppi problemi di fronte ad un’Intelligenza Artificiale simile all’Intelligenza Umana.

Ma al di fuori dell’eccentricità dell’uomo più ricco del mondo, possiamo porci una domanda.

Stiamo andando verso la creazione di robot senzienti?

Per ora non ci sono indizi sufficienti che ci possano confermare questa tendenza.

Boston Dynamics per ora è stata l’unica società che ha mostrato al pubblico delle forme di robot “intelligenti”, ma siamo ancora molto lontani dal concetto universalmente inteso di “coscienza”.

Eppure noi abbiamo uno stranissimo rapporto con questi scenari alla Terminator…

L’essere umano e la paura dell’Intelligenza Artificiale cosciente come Terminator

La paura dell’Apocalisse è un argomento comune nella fantascienza – l’apocalisse delle macchine, l’apocalisse nucleare, l’apocalisse zombie…

E questo ci ha portato anche a credere che uno scenario del genere sia in qualche misura possibile.

Beh, per alcuni non solo è possibile, ma è addirittura inevitabile.

Per esempio Mo Gawdat, Chief Business Officer di Google, ha visto delle braccia robotiche afferrrare una pallina e fare una sorta di gesto di sfida all’operatore umano.

Questa scena lo ha spaventato a tal punto da ipotizzare che uno scenario alla Terminator sia inevitabile.

Ora, questo scenario è davvero “inevitabile”?

Mettiamola così…

Le macchine senza dubbio faranno sempre più parte del nostro mondo, della nostra quotidianità.

È possibile che prima o poi ci appoggeremo così tanto alle macchine che sarà difficile capire il confine tra la loro e la nostra libertà.

E forse ci sarà bisogno di comprendere in che modo questo avverrà.

Ma per ora, fortunatamente, è solo fantascienza.

La tecnologia sta progredendo molto lentamente e ancora deve scalfire le abitudini e le quotidianità tipiche dell’essere umano.

E ancora oggi alcune attività digitalizzate si fanno su degli Excel…

E mentre alcuni di noi si preoccupano di un disastro alla Terminator, l’Intelligenza Artificiale sta già portando problemi in alcuni ambiti.

Per esempio, negli Stati Uniti, un uomo innocente è stato arrestato perché riconosciuto “per sbaglio” da un sistema di face recognition.

E lo stesso GPT-3 – fino alla sua nuova versione ‘più educata’ – ha creato problemi a causa dei suoi bias razzisti acquisiti da Internet.

Aggiungiamo anche che GPT-3 è stato utilizzato per creare materiale pedo-pornografico e per ridare voce ad una fidanzata morta.

Insomma…

Stiamo pensando già a Terminator, ma non ci rendiamo conto che l’Intelligenza Artificiale va “tenuta d’occhio” già adesso.

Francesco Azzarita
Francesco Azzarita
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