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Optimus: il Tesla Bot di Elon Musk è tra noi


Ebbene sì: Optimus, conosciuto come Tesla Bot, il robot umanoide di Elon Musk è finalmente tra di noi.

O meglio, finalmente Elon Musk, CEO di Tesla, lo ha mostrato al mondo in metallo e circuiti.

Ne siamo soddisfatti? Ne siamo delusi?

Per scoprirlo puoi leggere l’articolo che abbiamo scritto qui, ma vale la pena fare una brevissima introduzione. 

Infatti, per il mondo delle imprese di qualsiasi forma e dimensione, quello che Elon Musk ha presentato all’AI Day 2022 potrebbe essere un importante anticipo per il futuro.

Stiamo parlando di una tecnologia che deve ancora uscire sul mercato, ma che – per ciò che ha anticipato Musk – ha un potenziale di diffusione altissimo.

E visto che stanno uscendo giornalisti da tutto il mondo che intendono condividere la propria opinione, abbiamo deciso di fare ordine di tutto quello che sappiamo su Optimus.

Optimus, il Tesla Bot di Elon Musk ha fatto molto parlare di sé

Purtroppo il nuovo robot umanoide di Elon Musk ha fatto molto parlare di sé proprio perché…

…non ha fatto niente.

Ma torniamo all’anno scorso.

All’AI Day 2021 Elon Musk ha presentato un’idea del Tesla Bot, utilizzando un essere umano travestito (e che si è messo a ballare all’improvviso sul palco).

Ora, che cos’è cambiato in un anno?

Il design sembra essere lo stesso, ma questa volta il robot è vero, fatto di metallo e circuiti.

È il primo robot rivolto ad un pubblico mainstream, permettendoci di dare un’occhiata al futuro come lo abbiamo immaginato (dopo tutto l’aiuto di Hollywood degli ultimi 40 anni).

E adesso si è guadagnato anche un nome molto evocativo: Tesla Optimus – forse ispirato ad Optimus Prime, personaggio principale del franchise Transformers.

Eppure non ha scatenato un particolare effetto ‘wow”, anzi.

Elon Musk non è famoso per fare presentazioni cinematografiche (quello era Steve Jobs): lui si presenta con una giacca di pelle, mentre il pubblico deve ancora mettersi a sedere, facendo battute imbarazzanti e dando la sensazione di improvvisare sul momento…

E facendo anche dichiarazioni assurde come «Ci auguriamo di dare un contributo all’Intelligenza Artificiale Generale», ma come se non fosse una frase con un grande valore dietro.

(Probabilmente è perché nei prossimi mesi tirerà fuori altre novità sull’IA generale, ma staremo ad vedere).

Quando poi Optimus è uscito da dietro le quinte, tutti hanno visto un robot fatto sì di metallo e circuiti…

Ma camminando molto lentamente per il palco, “salutando” il pubblico e facendo il gesto da discoteca del “su le mani!”.

Insomma, a livello di hardware ha fatto una brutta figura, considerato anche che la Boston Dynamic ci ha deliziato con video di robot che ballano lo swing o fanno parkour. 

Eppure il software di Optimus è la vera avanguardia sul mercato.

Vediamo che cos’ha di effettivamente di particolare il software di Optimus:

1 – Optimus non è pre-programmato, ha un cervello sintetico simile a quello di una Tesla, che usa reti neurali e computer vision per comprendere e dare un senso all’ambiente.

2 – Optimus verrà venduto in massa su scala globale a prezzi molto più bassi della concorrenza. Per capirci, i robot della Boston Dynamics sono diverse centinaia sparsi per il globo e costano circa 75’000$. Secondo le previsioni di Elon Musk, verranno venduti milioni di Tesla Optimus a 20’000€.

3 – Optimus utilizza lo stesso motore delle Tesla, le quali raccolgono informazioni sull’ambiente circostante e le inviano ad una rete neurale centrale – Dojo – che le restituisce alle stesse Tesla per ottimizzarne continuamente le prestazioni. Più Optimus verranno venduti, più ottimizzate saranno le sue performance. 

Insomma, comunque la vedi, è una grande tecnologia di avanguardia.

Se ha presentato questo tipo di tecnologia, senza dubbio un progetto di business più profondo c’è.

Staremo a vedere nel futuro.

Meta crea il primo algoritmo che crea video a partire da testo

A differenza di Elon Musk, Mark Zuckerberg non è una bomba ad orologeria.

Infatti, senza il minimo preavviso e in totale sordina, Meta ha fatto uscire Make-A-Video, il primo algoritmo capace di generare video a partire da descrizioni di testo o immagini.

Secondo Meta, citiamo:

«Make-A-Video è il frutto dei recenti progressi compiuti nella tecnologia di generazione da testo a immagine per consentire la generazione da testo a video. Il sistema utilizza immagini con descrizioni per imparare l’aspetto del mondo e come viene spesso descritto. Utilizza anche video non labellizzati per imparare come si muove il mondo. Grazie a questi dati, Make-A-Video permette di generare video con poche parole o righe di testo. […] Poiché Make-A-Video è in grado di creare contenuti dall’aspetto realistico, aggiungiamo un watermark a tutti i video che generiamo. In questo modo gli spettatori sapranno che il video è stato generato con l’AI e non è un video registrato.»

Ora, vorremmo sottolineare un elemento fondamentale: la tecnologia di generazione immagini sta andando veramente veloce.

Solo l’anno scorso abbiamo parlato di DALL-E, l’algoritmo di OpenAI che permette di creare immagini a partire da testi.

Meno di tre mesi fa abbiamo avuto Stable Diffusion.

Adesso c’è Make-A-Video.

Che pur essendo un’evoluzione degli algoritmi citati, ha una peculiarità: lascia il proprio watermark sulle immagini, a sottolineare come Meta stia continuando la propria battaglia contro i deepfake.

(Specifichiamo anche che in questo momento molte comunità di artisti sta bannando le immagini create con un’Intelligenza Artificiale, tale è la loro diffusione).

Per questa motivazione, ben conoscendo la “pericolosità” di tali algoritmi, Meta non ha rilasciato nel il codice sorgente, né una demo di Make-A-Video.

E Google ha risposto subito con Imagen

Imagen è un nuovo modello che da testo genera immagini sviluppato da Google – scendendo in battaglia contro Stable Diffusion, Make-A-Video e così via.

Imagen si basa sui modelli linguistici Transformer di grandi dimensioni poiché, stando alle dichiarazioni dei ricercatori, tali modelli danno ottimi risultati nella generazione di immagini.

E naturalmente, come prevedibile…

Google non rilascerà né il codice né le demo

Il motivo?

Già con il più recente Stable Diffusion è possibile creare delle immagini realistiche.

Certo, è un processo complesso – l’algoritmo richiede delle istruzioni molto specifiche che può conoscere un appassionato di fotografia, oltre alla potenza di calcolo -, ma è pur sempre possibile.

Uno dei rischi è che questi algoritmi di generazione immagini e video finiscano nelle mani sbagliate di persone che intendono utilizzarlo per creare fake news.

E Google l’ha capito, e per questioni di sicurezza ha deciso di non rilasciare né codice né demo.

Soprattutto perché il data set su cui ha eseguito il training del modello è costruito attingendo a piene mani dall’Internet e da LAION 400M, il data set più famigerato del momento.

Quest’ultimo contiene 400 milioni di immagini prese da Internet dove ci sono «contenuti inappropriati, tra cui immagini pornografiche, insulti razzisti e stereotipi sociali dannosi».

Insomma, in fin dei conti, è giusto che abbia tenuto sia il codice sorgente che le demo nel cassetto.

È il momento di cominciare ad investire in IA?

Secondo noi è già tardi per farlo.

L’Intelligenza Artificiale è una tecnologia che viaggia molto più veloce di qualsiasi altra tecnologia.

E come abbiamo dimostrato più volte, anche se gli step sono lenti e le tecnologie a volte hanno un momento di stop…

Prima o poi questa tecnologia esplode.

La concorrenza che si stanno facendo le grandi aziende non farà altro che accelerare questo progetto.

E solo chi avrà investito prima può ottenere un vero vantaggio sulla concorrenza.

Quindi, se hai un’idea per un progetto di IA da portare nella tua azienda…

Ci puoi contattare:

– Compilando il modulo che trovi QUI.

– Inviandoci un’email a info@bluetensor.ai

– Telefonando al numero verdo 800270021.

Un nostro operatore ti risponderà il prima possibile.

A presto!