Le policy dell’Intelligenza Artificiale nel mondo
Oggi torniamo con un argomento a noi tanto caro (e ‘caro’ anche a tanti altri che ci seguono): la regolamentazione dell’Intelligenza Artificiale, da cui ne dipende il futuro stesso.
Pochi mesi fa l’Unione Europea ha deciso di mettere delle regole alla produzione delle Intelligenze Artificiali in base a delle categorie di rischio che vanno dall’inaccettabile al totalmente sicuro.
In questo articolo vedremo come il resto mondo sta regolamentando l’Intelligenza Artificiale.
Com’è la situazione al di fuori dell’Europa?
Facciamo giusto un breve passo indietro…
Per raggiungere uno scopo l’Intelligenza Artificiale necessita di molti dati, che devono essere raccolti e catalogati.
Per fare un esempio, se tu volessi creare un tuo assistente personale “clone”, dovresti condividere parte delle tue conoscenze personali per creare il dataset con cui verrà fatto il training.
Quindi, si tratta di condividere con un’altra “entità” virtuale dei dati sensibili che fanno parte della tua privacy.
Ora, fino a qualche anno fa chi sviluppava Intelligenze Artificiali raccoglieva dati senza particolare attenzione.
Ma dal 2014 – anno in cui il deep learning ha avuto il boom – alcuni sviluppatori hanno iniziato a chiedersi come recuperare i dati, che tipo di dati raccoglievano e quanto impattavano sulla privacy.
E da lì, apriti sesamo.
Da quel momento si è iniziato a capire che per avere dei servizi altamente performanti e utili alla persona, quest’ultima doveva condividere i propri dati con le major che hanno creato questa tecnologia.
Per capirci, nel momento in cui il tuo telefono si collega all’automobile e ti arriva il suggerimento che ci vogliono 11 minuti per arrivare al posto di lavoro, significa che l’algoritmo sa dove ti trovi, sa che ti sei collegato alla macchina, e che stai per andare a lavoro.
Se poi pensi all’interesse dei governi e servizi segreti, puoi capire l’enorme interesse per questi dati, per quello che succede nella popolazione e tra la popolazione.
E come si stanno muovendo le nazioni nel mondo?
In Cina non c’è un forte senso della privacy, quindi i dati personali vengono apertamente condivisi con il governo.
Con un sistema di computer vision posto sui caschetti, le forze dell’ordine cinesi possono entrare in uno stadio e riconoscere i criminali attraverso la face recognition.
Naturalmente, per essere allenata e rintracciare un viso all’interno di migliaia e migliaia di visi, è stata allenata su migliaia e migliaia di volti raccolti in rete.
Un punto chiave della regolamentazione dell’Intelligenza Artificiale consisterà nello stabilire il confine fra sicurezza, diritto alla privacy e commodity.
Il problema è che per dare suggerimenti sempre più corretti ed efficaci, dobbiamo cedere una parte della nostra privacy ai sistemi di Intelligenza Artificiale.
E mentre in Europa si cerca di mantenere una certa attenzione a questo aspetto, non è la stessa cosa nel resto del mondo, dove le zone grigie sono molto più ampie.
Per esempio, nel 2017 Vladimir Putin, ha affermato che chi sarebbe diventato il leader dell’Intelligenza Artificiale avrebbe potuto dominare il mondo.
Questo perché, naturalmente, a fronte di tutti i dati raccolti, con determinate Intelligenze Artificiale si può sicuramente avere delle capacità di calcolo e delle capacità di elaborazione molto importanti con dei risultati discutibili.
In America, invece, si sta ancora valutando tutte le potenzialità dell’Intelligenza Artificiale in questa competizione internazionale e non tutti sono dello stesso parere, dalle forze dell’ordine ai potenziali mercati in crescita.
E qual è l’approccio per il futuro?
Secondo gli esperti, l’approccio migliore è quello europeo, che mette la tutela dei diritti dell’uomo al centro del discorso.
Questo approccio, dall’altro lato, rischia di farci perdere spazio con gli altri avversari internazionali.
In Russia la corsa alla leadership sull’Intelligenza Artificiale non sta passando attraverso importanti investimenti nel mondo della ricerca accademica, ma attraverso lo sviluppo di tecnologie militari.
In Cina, ancora una volta, si sta puntando molto sulle tecnologie di sorveglianza che sarebbero impensabili qui da noi come il social credit score system.
Allo stesso modo, la Cina ha rubato degli IP negli Stati Uniti – questione su cui l’FBI sta ancora investigando.
Negli Stati Uniti, al momento sono le grandi corporazioni che dettano legge, come Facebook, Google, Amazon e Microsoft.
Per ora, quindi, non possiamo fare grandi previsioni.
Da un lato i cambiamenti nel mondo dell’Intelligenza Artificiale arrivano senza preavvisi.
Da un altro lato i politici di tutto il mondo appaiono inconsapevoli della realtà dell’Intelligenza Artificiale moderna, e molto spesso si prendono provvedimenti quando sorgono le problematiche.
Ora, nel 2021, a causa della pandemia siamo ad un punto di svolta tra due fuochi.
Da un lato non si vede l’ora che determinate automazioni raggiungano la maggiore età, come le fabbriche intelligenti, la guida autonoma e i sistemi che migliorano la qualità della vita.
Dall’altro lato stiamo sperando che i leader mondiali possano raggiungere un accordo sulle leggi e sulle normative internazionali per regolamentare questa tecnologia a 360°, soprattutto dal punto di vista della privacy.